Il 28 e 29 ottobre a Livorno si terrà la seconda edizione del Torneo di retorica forense denominato “Scacco d’Atto”, al quale sono state chiamate a partecipare 12 Scuole Forensi italiane, tra le quali la nostra.
Il torneo muove dalla avvertita necessità del recupero delle classiche “regole” della comunicazione, anche alla luce della loro evoluzione.
L’insegnamento è quello che da Aristotele e Quintiliano, passando attraverso la moderna comunicazione forense di stampo anglosassone, è giunto fino ai giorni nostri per dimostrare come “fare colpo con le parole senza essere colpiti dal tempo, dalla noia e da centinaia di altri agenti patogeni che si annidano nelle piaghe della Giustizia italiana, spesso anestetizzata da archetipi e formulari”.
L’importanza di simile insegnamento – è stato osservato – emerge analizzando anche i criteri di valutazione che la legge impone per il superamento delle prove scritte ed orali all’esame di stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di avvocato (cfr. art. 46 L. 31/12/2012 n. 247); ai fini dell’idoneità, infatti, assumono rilievo da un lato la chiarezza, la logicità ed il rigore metodologico dell’esposizione e, per altro verso, la dimostrazione della conoscenza delle tecniche di persuasione e argomentazione.
Nella (condivisibile) convinzione che l’attuale sistema universitario non garantisce in alcun modo il raggiungimento di simili risultanti, anzi paradossalmente li ignora, è stata avviata l’iniziativa in rassegna, al fine di tentare di colmare le lacune del sistema formativo dei giovani colleghi praticanti, attraverso il loro incoraggiamento verso l’acquisizione di maggiori conoscenze e migliori tecniche argomentative e persuasive.
Nella fase preliminare del torneo, giunto a questa seconda edizione, sono stati sorteggiati i due gironi e comunicate dai responsabili delle singole Scuole forensi le questioni di diritto civile e di diritto penale.
La nostra squadra è stata sorteggiata nel girone “B”, in cui affronterà le Scuole forensi di Bari, Castrovillari, Cosenza, Palermo e Pordenone in partite in cui si fronteggiaranno (quasi) tutti i relativi teams; le prime due qualificate per ciascun girone si sfideranno, poi, nelle semifinali cui seguirà la finale.
Per ogni traccia (in tutto 6 di diritto civile e 6 di diritto penale) il team partecipante dovrà sviluppare le linee difensive sia in relazione alla posizione dell’attore e/o della parte civile, sia in riferimento a quella del convenuto e/o dell’imputato.
Nella disputatio vera e propria le squadre si affronteranno in un tempo limitato (10 minuti) sulla quaestio che verrà sorteggiata unitamente alla relativa posizione processuale.
Le argomentazioni dovranno essere articolate nel discorso secondo le sue tradizionali sei parti (1. esordio; 2. narrazione; 3. partizione, propositio; 4. argomentazione, confirmatio e probativo; 5. confutazione; 6. epilogo), alle quali verrà assegnato autonomo punteggio in base a criteri prestabiliti.
Si terrà conto di quanto i contendenti avranno predisposto e del modo con il quale si relazioneranno.
La proposta soluzione (respondeo) formulata dalle parti troverà una obiezione nell’avversario (sed contra) per poi approdare alla determinatio magistralis.
In questa fase i giocatori accederanno a brevi repliche (5 minuti) secondo la disposizione aristotelica all’uso delle prove, per giungere alla confirmatio o alla simmetrica confutatio, dovendo dimostrare di conoscere altresì le regole e gli stratagemmi della disputa.
Darà scacco matto all’avversario il team che nel tempo prestabilito sarà riuscito a docere et provare, delectare et movere, usando la forza dell’ethos, del logos e del pathos.
La nostra rappresentativa sarà composta dai colleghi Carmelo Mortelliti e Viviana Tuscano, affiancati nel solo lavoro di preparazione dalle tutor Frida Simona Giuffrida e Laura Scolaro.
Ai colleghi Mortelliti e Tuscano, quindi, l’onere di dare lustro alla antica tradizione della nostra Scuola Forense, vera e propria matricola in questa competizione di retorica.
Aurelio Maiorana