Lectio magistralis del prof. Gaetano Silvestri – presidente emerito della Corte Costituzionale, già ordinario di diritto costituzionale all’Università degli studi di Messina – sui “profili tecnici della riforma costituzionale”, in vista del referendum che ci porterà al voto il prossimo 4 dicembre.
L’incontro -organizzato dall’Aiga di messina, presieduta dall’avv. Nino De Francesco – è stato introdotto dal tesoriere dell’Ordine, avv. Paolo Vermiglio e moderato dall’avv. Luigi Azzara.
In aula ad assistere all’intervento del prof. Silvestri, oltre a una nutrita platea di avvocati anche il primo presidente della Corte di Appello di Messina, dott. Galluccio; il presidente del tribunale, dott. Todaro e il Procuratore Generale, dott. D’angelo.
Il presidente emerito, evocando la maturità dei padri costituenti nella stesura della Carta Costituzionale, ha evidenziato la inderogabile necessità di esprimere un voto avulso da contaminazioni di natura politica.
“Ogni precetto costituzionale ha una portata intergenerazionale – ha premesso Silvestri – occorre, quindi, in virtù degli effetti nel lungo periodo che la riforma può determinare, mettere da parte le ideologie, al pari di quanto fatto dai padri costituenti appartenenti ai più rappresentativi partiti dell’epoca ovvero partito socialista, democrazia cristiana e partito comunista, e operare una scelta, appunto, consapevole.
L’illustre relatore, nella elencazione delle ragioni del sì e del no, è apparso imperscrutabile rispetto alla sua posizione in ragione del suo ruolo di Presidente della Scuola Superiore della Magistratura.
“Desidero rivolgermi alla platea con un linguaggio semplice ed efficace ma non chiedetemi per cosa voterò – ha chiosato scherzando – perché non vorrei essere strumentalizzato”.
Dopo avere commentato il niet su ricorso del costituzionalista Onida che aveva prospettato al tribunale di Milano come il quesito referendario ledesse la libertà di voto, in quanto richiederebbe al popolo di esprimersi su tematiche disomogenee (superamento del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei parlamentari, contenimento dei costi della politica, abolizione del CNEL e revisione del titolo V della Costituzione), accettando o respingendo l’intero pacchetto, ha tracciato le modifiche riguardanti il nuovo assetto parlamentare, il nuovo iter legislativo e la nuova ripartizione dei poteri tra Stato e Regioni.
“Auspichiamo – ha affermato Silvestri – la formazione di una classe politica matura e lungimirante giacché con la modifica del bicameralismo perfetto – ad esempio – si ridurrebbero esponenzialmente le prerogative legislative della nuovo Senato, i cui rappresentanti limitati a 95, oltre a quelli di nomina presidenziale (5) sarebbero eletti dai consigli regionali (con conseguente maggiorata componente territoriale legata proprio al meccanismo elettivo).
Le maggiore novità – ha evidenziato – riguarderebbe proprio la funzione legislativa che verrebbe esercitata collettivamente dalle due Camere solo per le leggi costituzionali, per le minoranze linguistiche, per il referendum popolare, per le leggi elettorali, per i trattati con l’Unione europea e le norme che riguardano i territori.
Le altre leggi verrebbero invece approvate dalla sola Camera dei deputati”.
Il disegno costituzionale prevede che ogni disegno di legge approvato dall’Aula di Montecitorio venga immediatamente trasmesso al Senato che, entro dieci giorni, su richiesta di un terzo dei suoi componenti, potrebbe disporre di esaminarlo.
Nei trenta giorni successivi il Senato potrebbe deliberare a maggioranza assoluta proposte di modifica del testo, sulle quali la Camera si andrebbe a pronunciare in via definitiva bocciando solamente con un voto a maggioranza assoluta dei propri componenti.
Il prof. Silvestri infine, ha illustrato la modifica del titolo V della carta costituzionale che determinerebbe la soppressione della la competenza concorrente, con una redistribuzione delle materie tra competenza esclusiva statale e competenza regionale.
“Maggiore chiarezza – ha sottolineato il relatore – ci si aspettava nella introduzione della ‘clausola di supremazia’ che consente alla legge dello Stato, su proposta del Governo, di intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva, ‘quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica ovvero la tutela dell’interesse nazionale’. Questa formulazione appare degna della Sibilla.
Non fatevi condizionare nel voto dalla idea della riduzione dei costi – ha concluso – ma solo della validità della riforma perché, paradossalmente, nel lungo periodo gli effetti di una scelta non ponderata potrebbero essere economicamente più nocivi di una volontà referendaria pregiudizialmente orientata alla esigenza della spendig review”.
Nino Cacia
1 commento
Giornalmente, mi sforzo per pensare, unicamente, alla validità o meno dalla riforma nel voto che esprimero’ il 04 Dicembre p. v..Solo che, concretamente, mi pare, che, nonostante gli sforzi, il Referendum si stia trasformando in un voto contro, o a favore, il Governo Renzi, mandarlo a casa o non mandarlo a casa; certo trasfomarlo in un voto politico e’ abberrante, direi, quasi inumano.Renzi, si dall’ inizio, ha personalizzato il suddetto Referendum, ha sbagliato e si e’ preso anche le ” legnate “,in tal senso, del Presidente Napolitano.Oramai e’ tardi, a mio avviso, e’ Assurdo e’ Pauroso tutto ciò’ ma e’ reale.Il voto e’ lontano dalla bontà o meno della Riforma Costituzionale; oggi, il voto e’ solo politico.Mi dispiace, ma, io il 4 Dicembre continuerò ad esprimere il mio voto avendo come riferimento solo la mia opinione sulla modifica della Carta Costituzionale, pero’, continuero’ a sforzarmi sino a quella data,ma, e’ dura!