Quando ho udienza con il Giudice Pietro Miraglia non controllo in quale fascia oraria sia stata fissata. Vado comunque in tribunale alle 9,00.
Mi appoggio, comoda, al muro ed aspetto che arrivi lui, con quegli occhi scintillanti di chi sa sorridere senza muovere le labbra. Aspetto, paziente, che apra la porta e che inviti me e gli altri colleghi ad accomodarci. Aspetto che ci inviti a condividere in una stanza di 5 mq la sua profonda conoscenza.
Perché l’udienza da Miraglia è un’esperienza di competenza giuridica ed anche a 40 anni, dopo 15 di professione, so che da lui studio ed apprendo, sempre.
E so che in quell’aula anche sorrido, sempre.
Perché il Giudice Miraglia, come tutte le persone con un’intelligenza di molto superiore alla media, è ironico, sardonico, sarcastico e maledettamente divertente per il suo modo unico di rapportarsi con l’interlocutore, per la fermezza gentile e rispettosa con cui si pone, per la passione e la verve con cui discute le cause.
Mille volte mi ha rimproverata, quando per delega mi sono riportata semplicemente agli atti di causa e mi ha costretta a tornare dopo aver letto per bene il fascicolo. Mille volte mi ha rimproverata perché citavo solo la massima di una sentenza che conosceva già per esteso o perché dopo aver chiesto un rinvio per trattative non avevo ancora definito la controversia in via transattiva.
Ma, nonostante il mio temperamento orgoglioso, l’ho sempre ringraziato per come si è rivolto a me e perché a lui devo parte della mia conoscenza e della mia esperienza che sono una risorsa nella mia professione.
L’udienza da Miraglia è una lezione di diritto, di vita e di comportamento perché lui insegna che un magistrato è solo un uomo, un uomo che fa il suo lavoro con passione e dedizione esattamente come un avvocato, come un consulente, come un cancelliere.
Lui, che davvero potrebbe sentirsi superiore, è invece sempre stato umile ed ha sempre fatto del rispetto una regola di vita.
Parole convulse, per molti insensate, scritte di getto nel tentativo di trovare conforto per la tragedia che poche ore fa si è consumata sotto i miei occhi.
Scritte al presente, perché ci sono persone che non usciranno mai di scena veramente.
Ciao Pietro.
Vittoria Gangemi