Il Blog dell'Ordine degli Avvocati di Messina

Sousse: l’avvocatura italiana riscrive la storia dell’hotel Imperial.

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Un corteo lento e commosso di 500 avvocati, in gran parte italiani ma anche tunisini, francesi, spagnoli ha reso omaggio ieri alle 39 persone la cui vita è stata spezzata dai terroristi su una spiaggia di Sousse il 26 giugno del 2015. Ciascuno di loro ha deposto una rosa sotto la targa commemorativa.
Per non dimenticare la barbarie di quanto accaduto qui, in Tunisia, e in tutte le parti del mondo dove i terroristi hanno seminato e seminano panico e terrore e portano lacrime e morte ma, soprattutto, per ricordare che uniti si può vincere.
È questo il messaggio che arriva forte e chiaro da Sousse. Una terra fortemente colpita dai terroristi nel suo cuore pulsante, quello di un turismo che stava portando una rinascita economica e culturale e che è stato messo in ginocchio due anni fa ma che ha dimostrato con la forza, la tenacia e la determinazione del suo popolo di potere rialzare la testa. Un popolo caparbio che ha trovato sostegno, forza e coraggio nell’avvocatura italiana e nel presidente della Commissione diritti umani del CNF, Francesco Caia che, invitato lo scorso anno a partecipare a una trasmissione televisiva in quella che sembrava “la carcassa” dell’hotel Imperial, ha dichiarato senza pensarci forse troppo – ma con il cuore in mano che gli italiani sanno avere – “noi questo albergo lo riapriremo”. Una frase che ha commosso i colleghi tunisini e perfino il presidente della repubblica tunisino che intervenne al telefono ringraziando di cuore Francesco Caia.
“Se lo puoi immaginare lo puoi fare” così diceva Walt Disney. Se lo puoi immaginare, lo puoi fare. E puoi cambiare la storia, dare la tua direzione. E cosi 400 avvocati italiani ieri hanno cambiato la storia di questo albergo che non è più una storia di morte ma di rinascita, anzi di resilienza. Una resilienza che si legge negli occhi di chi abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare qui in questa terra del nord dell’Africa: dagli avvocati, al personale dell’hotel che con gli occhi pieni di luce ci ha detto “grazie”. Grazie all’avvocatura italiana per avere creduto che fosse possibile e per avere realizzato ciò che sembrava impossibile…e forse anche per avere ricordato a ciascuno di noi che “impossibili sono solo le cose che non si realizzano da sole”.
In questi giorni intensi in cui si è parlato di diritti umani, della condizione delle donne nel Mediterraneo, di terrorismo, di fratellanza tra i popoli mai sono state pronunciate parole di odio ma il messaggio più bello che dovrebbe essere la più grande lezione da fare nelle scuole, nelle nostre case, nei paesi di tutto il mondo è quella data dal ministro della difesa, Ghazi Jeribi, in apertura della cerimonia e rimbalzata in tutte le tavole rotonde organizzate in questi giorni: “i terroristi violano le regole ma noi viviamo in uno stato di diritto e li combatteremo applicando quelle regole, applicando il diritto. Una frase che riassume in sè il senso della missione dell’avvocatura italiana e dell’avvocatura di tutto il mondo. Una professione che trova senso nell’ergersi a baluardo della tutela dei diritti proprio laddove quei diritti vengono violati, calpestati perché nulla può giustificare la violazione delle regole neanche la barbarie del terrorismo in nome della quale, oggi, paesi come la Turchia, si legittimano ulteriori violazioni dei diritti umani.
Oggi ci tufferemo tutti in mare per lavare sangue e lacrime e rinascere anche noi come l’hotel Imperial ancora più forti, ancora più determinati e questa bella storia da raccontare che ciascuno di noi ha contribuito a scrivere.

loredana bruno
Loredana Bruno

 

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