Si è svolto presso l’aula magna della sede universitaria dell’Orto Botanico, un importante e assai produttivo seminario organizzato in sinergia tra l’Ateneo messinese e l’Ordine degli Avvocati della città dello Stretto avente per oggetto la discussione su un tema di straordinaria attualità e che ha posto spunti di riflessione di non trascurabile validità, ovvero “La figura dell’Avvocato in Costituzione”. I lavori del convegno, presieduti dal prof. Luigi D’Andrea, ordinario di Diritto costituzionale presso l’UniMe, si sono articolati nel corso della mattinata e hanno visto una nutrita partecipazione di studenti, avvocati e docenti che hanno raccolto senza esitazione l’invito a partecipare ad una discussione di tale portata, notevole tanto sul profilo accademico e di ricerca, quanto sul profilo strettamente umano e legato alla coscienza civile. Ad introdurre gli interventi con un indirizzo di saluto sono stati i due “padroni di casa”, il prof. Franco Astone, nel doppio ruolo di Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Unime e di Direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali “Enzo Silvestri” e l’avv. Vincenzo Ciraolo, Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina.
Il dibattito si è svolto con la partecipazione di autorevoli esponenti del mondo dell’avvocatura a livello nazionale ed internazionale. Di grande importanza, infatti, la partecipazione dell’avv. Essid Abdelaziz, già componente del “Quartetto per il dialogo nazionale tunisino”, un gruppo formato da quattro organizzazioni tunisine che hanno contribuito alla transizione democratica del paese dopo la cosiddetta “Rivoluzione dei Gelsomini” del 2011, che mise fine agli oltre 20 anni di potere di Zine El Abissine Ben Ali. Il “Quartetto per il dialogo nazionale tunisino” è stato creato nell’ottobre del 2013 con l’obiettivo di favorire il dialogo tra le diverse forze politiche tunisine e il risultato più importante ottenuto finora dall’organizzazione è stata la ratifica della nuova Costituzione tunisina nel gennaio del 2014, dopo mesi di forti discussioni e tre anni di tensioni politiche e violenze. Nel 2015 il “Quartetto per il dialogo nazionale tunisino” è stato insignito del Premio Nobel per la pace. Nel corso del suo toccante intervento, l’avvocato Abdelaziz ha ricordato la militanza attiva dell’avvocatura tunisina nel corso dei fatti di sangue che si sono succeduti, a seguito dei quali i componenti del Foro sono scesi togati in piazza a manifestare, alcuni dei quali cadendo sotto i colpi delle organizzazioni armate.
Un tema vivo ed importante, dunque, quello della figura dell’avvocato, chiamato a tutelare il diritto del cittadino e la causa del popolo stesso; un compito delicato e nobile, che non deve esaurirsi entro i limiti di un’aula di tribunale, ma deve concretarsi anche e soprattutto al di fuori di essa, dove per l’appunto il cittadino stesso è più esposto e meno tutelato. L’avvocato è, dunque, come hanno concordato comunemente tutti gli intervenuti, una figura che è e deve essere “strumento” dell’effettività dei diritti del cittadino. Su questa impostazione si sono sviluppati gli interventi degli altri relatori, il prof. Alessandro Morelli, ordinario di Diritto costituzionale dell’Università di Catanzaro, l’avvocato giuslavorista Aurora Notarianni e il prof. Giuseppe Verde, ordinario di Diritto costituzionale dell’Università di Palermo, il quale ha anche sollevato una interessante riflessione a proposito della latente volontà che si avrebbe, di trasformare l’avvocatura in un potere dello Stato speculare alla magistratura. Il prof. Verde si è anche soffermato su alcune figure di spicco che hanno esaltato la figura dell’avvocato nelle sue espressioni più alte, oggi scomparsi, quali Vittorio Emanuele Orlando, Giuseppe Alessi e Giorgio Ambrosoli. In riferimento all’eroico olocausto personale di quest’ultimo nell’adempiere alle sue funzioni legali nell’ambito dell’incarico di liquidatore della Banca Privata Italiana, che costò lui la vita in un agguato criminale nel 1979, si è sviluppato l’intervento conclusivo dell’avv. Carmelo Briguglio, che ha posto fine al dibattito lasciando negli intervenuti e nei convenuti una riflessione importante e quanto mai veritiera: sono i tempi a fare grandi gli avvocati, che nei momenti di maggiore difficoltà che una società civile vive a affronta, danno il meglio di sé e agiscono in maniera militante a tutela e a difesa di quei diritti imprescindibili di cui il cittadino è titolare e che consentono a quest’ultimo, al mattino appena sveglio, di potersi dire e sentire “libero”.
Vittorio Tumeo