In occasione delle lezioni conclusive della seconda edizione del corso di alta formazione in Diritto dell’Immigrazione, si è tenuto un incontro presso il Dipartimento di Cultura e Servizi del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, alla presenza di Jamal Jneid, Rappresentante del Governato Libero di Aleppo e di Samer Aldeyaei, Direttore esecutivo dell’Associazione Siriana degli Avvocati Liberi, l’ ONG che si occupa di promuovere la legalità e la giustizia e di tutelare i diritti umani, continuamente violati in Siria.
All’evento, organizzato nell’ambito del Sabir Fest svoltosi nella città dello Stretto il 5 ed il 6 ottobre, è intervenuta anche Bodil Valero, deputata del Parlamento Europeo, membro della Commissione delle libertà civili,la giustizia e gli affari interni e della Commissione della Difesa e della Sicurezza.
A raccontare la drammatica realtà che vivono oggi i siriani è Samer Aldeyaei, da sempre impegnato nella difesa delle libertà e dei diritti in Siria, il quale ha denunciato gli orrori di un paese ormai distrutto, diviso politicamente, nel quale più di trecento mila persone sono state uccise, più di centocinquanta mila sono state arrestate e di tantissime altre non si sa quale sarà il loro destino. La popolazione vive una situazione molto complessa e gli avvocati (circa duecento, sparsi in tutte le città siriane) cercano di assistere, di aiutare le persone arrestate, ma non solo: il loro è anche un lavoro di “denuncia” della distruzione del paese, del traffico di armi chimiche e di ricerca delle cause che hanno spinto i siriani a lasciare le loro case.”Noi avvocati stiamo lavorando per cambiare l’Autorità, per avere finalmente un governo laico, che faccia il meglio per il paese. Il nostro obiettivo è quello di avere una legge che controlli il paese, che tutti i criminali vengano arrestati e che la pace regni non soltanto in Siria ma in tutto il mondo. Finchè regnerà la dittatura, non potrà esserci futuro in Siria e saranno persi tutti i diritti civili, tutte le libertà.
Cosa fare davanti ad una guerra che rende “impotente” l’Europa? Cosa può fare l’Unione Europea per cambiare il corso della storia in Siria? “La situazione è molto difficile, si parla spesso in Commissione della Difesa e della Sicurezza del caso siriano, ha affermato la Valero, si è cercato di trovare delle soluzioni pacifiche per la risoluzione del conflitto anche nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, anche perchè l’UE non dispone di esercito né è possibile inviare armi all’esercito ribelle perchè ciò va contro le regole comuni e le armi di proprietà dell’UE presenti nel territorio siriano sono state cedute dall’Arabia Saudita e dagli Stati Uniti. C’è bisogno di combattere la guerra in Europa ed è opportuno anche parlare del fenomeno dell’immigrazione perchè, ad esempio, in Svezia, nel mio paese, sono stati accolti tanti rifugiati siriani che hanno avuto un permesso di soggiorno temporaneo ed, insieme a loro, sono entrati in Europa anche tanti terroristi.
Non possiamo entrare militarmente all’interno dei territori, possiamo intervenire in maniera diplomatica, aiutare le persone nelle situazioni di emergenza ed in quelle difficili, cercare di far sviluppare questi paesi.
All’interno di questa drammatica realtà, si inserisce l’esperienza di Aleppo, una città che ha praticato forme di democrazia locale, in cui è stato costituito il Governato Libero di Aleppo, nel 2013, che coinvolge circa quattrocento persone. Il suo esempio è stato seguito da altre città siriane. “Ad Aleppo, città di grandi ricchezze e di grande cultura, ha spiegato Jamal Jneid, convivono pacificamente persone di diversi credi religiosi. Lo stato siriano ha trasformato l’immagine del nostro paese. Abbiamo ospitato i rifugiati siriani ma purtroppo anche tanti libanesi che hanno fatto del male alla nostra terra.
Oggi più che mai il problema della guerra in Siria interessa sempre più l’Unione Europea perchè dalla Siria emigrano persone e, purtroppo, escono dal loro paese anche terroristi. Per questo motivo, non possiamo, però, pensare di poter chiudere le porte ai migranti perchè l’UE ha l’obbligo di aiutare le persone che fuggono dalla guerra.
“All’interno del Parlamento Europeo, ha spiegato Bodil Valero, si è discusso molto sulle soluzioni da adottare: il “no fly zone”, i processi ai criminali, ad esempio ma tutto ciò non basta. L’UE deve entrare in Siria per aiutare a ricostruire il paese e per cercare di ristabilire, in modo duraturo, la pace: solo così i siriani potranno ritornare nelle loro città; e’ necessario avere un dialogo con tutti i gruppi religiosi, non si può intervenire con un conflitto armato e nello stesso tempo i criminali dovranno riconoscere il male commesso”.
In questi termini, la Siria potrà essere ricostruita ma non potrà esserci mai la pace senza una vera giustizia.
Alessandra De Luca