Il Blog dell'Ordine degli Avvocati di Messina

Interrompere la filiera della violenza si può. Parola d’ordine “fare squadra”. Interessante incontro in tribunale organizzato dall’AIGA.

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Il 6 aprile scorso presso l’Aula Magna della Corte di Appello di Messina, la locale sezione dell’AIGA  (Associazione Italiana Giovani Avvocati) capitanata dal suo Presidente, Avv. Nino De Francesco ha organizzato un evento, rientrante nel programma di formazione obbligatoria per gli avvocati, dal titolo la Filiera della Violenza, in collaborazione con Posto Occupato, ormai nota campagna contro la Violenza, ideata da Maria Andaloro.
L’evento, sebbene tenuto all’interno del Palazzo di Giustizia, ha coinvolto numerose professionalità, oltre agli avvocati e ai magistrati, abituati a frequentare le aule di tribunale, hanno partecipato giornalisti, psicologi, assistenti sociali, il parroco di Fondo Fucile, e soprattutto i giovani delle scuole superiori. L’Aiga rispondendo ad una esigenza di cambiamento culturale e fedele all’impegno dell’Avvocatura a far si che il ruolo sociale dell’avvocato non sia una vuota enunciazione di principio, ha ritenuto giusto e responsabile parlare di violenza su tutti i generi, e non solo sulle donne, auspicando di fare rete con le professionalità che ogni giorno assistono, troppo spesso sole e impotenti, a gesti di una ferocia e atrocità fuori dall’umano.
Fare rete, parlane, prevenire e non solo punire, perché quando si arriva nell’aula di Giustizia abbiamo già perso tutti.
La violenza è un problema culturale e una responsabilità sociale, come ha più volte ripetuto Maria Andaloro, ed il mea culpa gridato dalla giornalista Rosaria Brancato, ha evidenziato come il senso comune corrente conosce la violenza di genere, soprattutto attraverso il racconto esasperato e minuzioso delle tragiche vicende enfatizzate dai giornalisti.
La violenza è una mancanza di vocabolario, ma lavorando nel rispetto del dovere professionale ed   imparando l’arte della collaborazione si può e si deve tentare di arginare il problema.
La famiglia e la scuola, da sole, non sono in grado, di frenare l’indirizzo mediatico, causa del diffondersi fra i giovani di una sempre maggiore misconoscenza del fenomeno.
La Chiesa, espressione della cura della Comunità, ma soprattutto della crescita e dell’educazione dei giovani, non può essere abbandonata dalle istituzioni.
Il lavoro delle Forze dell’Ordine sarebbe fortemente agevolato, se la paura ed il blocco culturale, non spingessero le vittime a non denunciare.
Un messaggio forte quello che è uscito fuori a conclusione dell’evento. Un messaggio i cui primi destinatari sono stati i giovani studenti che hanno riempito l’Aula Magna di Corte d’Appello e che hanno cessato il loro comprensibile brusio, quando Don Nico raccontava della sua esperienza a Fondo Fucile o quando l’avv. Isabella Barone, con la voce rotta, ha raccontato della sua esperienza con il “mostro” dagli occhi spaesati o quando la dott.ssa Maria Teresa Arena, alla fine del suo accorato intervento, è esplosa in un “non ci sto”!!
Un messaggio di responsabilità, che è volato fuori dal Tribunale e fuori dalla Corte d’Appello e che i Giovani Avvocati messinesi hanno voluto gridare forte e chiaro, perché l’obiettivo è quello di trovare, attraverso una nuova dialettica, adeguate risposte di sistema che prevengano a monte un fenomeno in crescita costante.
L’incontro non è stato solo un momento di riflessione, ma anche l’occasione per sensibilizzare giovani e adulti a reagire alla violenza, ad evitare che la violenza diventi un normale mezzo di comunicazione, a fare rete, collaborando, nel rispetto delle proprie competenze, e contribuendo alla prevenzione.
Ritrovarsi insieme è un inizio, restare insieme è un progresso, ma riuscire a lavorare insieme è un successo!

 


Simona Giuffrida e Tatiana Liuzzo

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