Vola l’anima di Billy e danza e arde come il fuoco della passione che, chi ha la fortuna di avere, non dovrebbe mai permettere a nessuno, neanche a se stesso, di spegnere.
Convince, ancora una volta, il regista messinese Massimo Piparo con la regia e l’adattamento italiano del musical “Billy Elliot” (testi e libretto di Lee Hall, musiche di Elton John) tratto dall’omonimo film del 2000 diretto da Stephen Daldry ispirato alla storia vera storia del ballerino Philip Mosley, in scena al teatro Vittorio Emanuele di Messina fino a domani.
La storia è ambientata ai tempi dello sciopero dei minatori inglesi del 1984. Mentre il padre e il fratello sono tra i più convinti sostenitori della necessità di tenere fermo il punto contro la Thatcher, Billy, orfano di madre, scopre quasi per caso la passione per la danza.
L’incontro, casuale e fortunato, con una generosa insegnante rivelerà che la sua non è solo passione ma talento puro. Un talento che lo porterà a vincere i pregiudizi di tutti e a superare i provini per entrare alla Royal ballet school di Londra.
Billy Elliot è un manifesto contro i pregiudizi e anche un invito a chi ha la responsabilità di essere genitore a lasciarla “danzare l’anima dei propri figli” se dentro di loro ardono talento e passione perché senza il sostegno incondizionato della famiglia difficilmente un bambino potrà mai raggiungere l’eccellenza.
Bella la regia di Piparo, corale come nei più riusciti musical, particolarmente efficace in vari momenti in cui riesce a sovrapporre i piani della lotta sindacale, da un lato, e della storia personale di Billy dall’altro, grazie anche ad una scenografia per la quale merita un applauso Teresa Caruso e alle riuscite coreografie di Roberto Croce.
Belli gli effetti: nuvole di fumo, pioggia e caduta di neve. Geniale la trovata dell’ombra che danza per rende l’idea della passione che arde anche se il corpo resta fermo.
Efficaci gli interpreti, tra i protagonisti: Luca Biagini (padre di Billy), Cristina Noci (la nonna), Donato Altomare (il fratello), Elisabetta Tulli (la madre) e il piccolo Filippo Arlenghi (amico di Billy). Perfetta Sabrina Marciano nei panni dell’insegnante di danza. Maurizio Semeraro (assistente della maestra) a dispetto della stazza balla quasi “come una piuma” strappando sorrisi e applausi.
Regge ottimamente i panni di Billy il giovanissimo Arcangelo Ciulla (di Augusta) che anche lo scorso anno era nel cast ma che in questa stagione veste per la prima volta i panni del protagonista. Nelle sue vene non scorre probabilmente il fuoco della danza classica – tanto è vero che si è formato facendo danza hip hop, break dance, popping e house con dancers di fama internazionale – ma ha tutte le carte in regola per raggiungere grandi traguardi perché danza, canta e recita concentrando su di sè l’attenzione con grande naturalezza e ha un viso talmente bello da lasciare incantati.
Una nota a parte per Michael, l’amico di Billy che ama vestirsi da donna e giocare con gli abiti di sua sorella e di sua madre. Matteo Valentini è strepitoso. Naturale, divertente, ammiccante con il pubblico senza mai superare il limite (Piparo sa di certo riconoscere il talento e giocarci sapientemente). Una efficace dimostrazione di come si può essere protagonisti anche con una sola battuta, se ben recitata, perché dalla prima battuta, appunto, fa già innamorare il pubblico che, infatti, poi lo applaude calorosamente.
La direzione musicale del maestro Emanuele Friello, i costumi di Cecilia Betona, l’impianto luci di Umile Vanieri hanno contribuito alla riuscita dello spettacolo dal quale emerge un bel gioco di squadra.
Loredana Bruno