In ogni angolo di strada bancarelle con mazzi di mimosa, che colorano di giallo le città per un giorno. Post sui social, messaggi su wathsapp, catene, foto che raffigurano fiori per le donne, auguri alle donne, ricordando i diritti civili conquistati dalle donne, se va bene, inviti a pseudo serate a menù fisso a 15 euro con piano bar incluso, per festeggiare chissà cosa, se va male, arrivano indifferentemente da donne o uomini, tutti dicono la stessa cosa Auguri alle Donne. Auguri per cosa? Per avere lottato per l’uguaglianza dei sessi, per essere uguali a chi si è profondamente e intimamente diversi? No grazie. Non ho bisogno di ricevere auguri oggi, ho invece bisogno e diritto al rispetto quotidiano, di essere chiamata sig.ra, quando entro al supermercato per fare la spesa ed essere appellata con il mio giusto titolo, quando esercito la mia professione, non signorina o dottoressa, perché nell’immaginario collettivo la mia professione è prerogativa maschile. Un rispetto meritato per il sol fatto di essere un essere umano, rispetto per essere una persona, rispetto per essere diversa dall’uomo. Non mi sento meno di un uomo se non so cambiare la ruota della macchina, se non ho la forza di rialzare il motorino da terra, e non mi vergogno di chiedere aiuto ad un uomo, non mi sento da meno.. sono sola diversa. Non mi sento sfruttata se faccio la spesa, cucino e lavo le camicie al mio compagno, sono solo diversa. Ed auguro a tutte le donne, come me, di riappropriarsi di questa diversità, senza entrare in competizione con l’uomo, senza dovere dimostrare di essere migliori, di essere forti, di essere produttive come loro. Noi siamo diverse e dovremmo essere orgogliose di esserlo. E per questo non ho bisogno che mi si chiami avvocatA, o Avvocatessa, va benissimo Avvocato, se si dice così, cosa cambia? I latini avevano il genere neutro e nessuno se ne è mai lamentato. Riconosco e sono grata per tutte le conquiste delle donne che prima di me hanno lottato per avere quel diritto di voto, che oggi viene così malamente esercitato, per i diritti delle donne nel lavoro, nella società e nella politica, senza però arrivare all’eccesso opposto. Siamo donne e siamo diverse. Siamo spesso vittime di violenza, verbale e fisica, e tante volte siamo capaci di esercitarla, ma nessuno ci chiama mai carnefici (a proposito di genere carnefice/i è maschile o femminile??). La nostra forza non abbiamo bisogno di sbandierarla, gestiamo famiglie e lavoro e la sera abbiamo anche la forza di preparare la cena e mettere a letto i figli, per chi ha avuto il coraggio o la spregiudicatezza di farli. Occupiamoci di questo, piuttosto che ricordare ciò che è stato per continuare a piangerci addosso, occupiamoci del fatto che le donne pensano di non potersi permettere un figlio, che il nostro paese è diventato un paese di vecchi, che le donne e anche gli uomini hanno paura di mettere al mondo dei figli perché non sapranno come mantenerli, se ce la faranno a dare loro tutto quello che la società impone abbiano per non sentirsi meno degli altri. Occupiamoci delle famiglie, della scuola, della cultura, dell’educazione per gli uomini e le donne di domani, insegnando che, nella loro diversità, entrambi servono all’evoluzione della specie umana. Prendiamoci la responsabilità, ciascuno secondo le proprie competenze e genere, nel rispetto delle diversità (tutte le diversità) insegnando e dimostrando l’Amore per il genere umano. Auguri Donne, Auguri Uomini.
Frida Simona Giuffrida