“Esprimiamo indignazione per le pessime condizioni igienico sanitarie nelle quali sono costretti ad operare avvocati, magistrati e personale giudiziario. Quanto accaduto è la conseguenza, inevitabile, anche della leggerezza con la quale la vicenda è stata è stata subordinata alla più becera burocratizzazione del servizio giustizia”.
Così il presidente dell’Ordine degli avvocati, Vincenzo Ciraolo.
In sintesi: il Governo, in regime di spending review, ha soppresso le commissioni di manutenzione interne ai Palazzi di Giustizia che consentivano una gestione costante e immediata di tutte le problematiche che potessero afferire alla gestione di edifici grandi e molto frequentati come i Tribunali. Al contempo, tuttavia, ha dato la possibilità, in luogo della effettuazione di singole gare d’appalto per ogni emergenza, di stipulare convenzioni con le quali il Ministero della Giustizia, di fatto, autorizza ad impiegare personale del Comune per la gestione delle esigenze di manutenzione. Convenzioni che, tuttavia, per essere efficaci necessitano di un successivo accordo con il Comune di riferimento.
“Nonostante la convenzione stipulata con il Ministero dalla nostra Corte d’Appello e nonostante le reiterate richieste della conferenza permanente che più volte ha segnalato la necessità di ripristinare il presidio tecnico – evidenzia Ciraolo – l’Amministrazione comunale non ha mai provveduto ad adempiere quanto promesso rendendo, di fatto, inefficace la convenzione ministeriale.
Quanto accaduto e continua ad accedere – conclude Ciraolo – è l’emblema della disattenzione, del pressappochismo e della noncuranza con cui viene gestito il settore giustizia, che vede nella estenuante attesa per la realizzazione del secondo palazzo di Giustizia solo il suo punto di massima espressione”.
Così il presidente dell’Ordine degli avvocati, Vincenzo Ciraolo.
In sintesi: il Governo, in regime di spending review, ha soppresso le commissioni di manutenzione interne ai Palazzi di Giustizia che consentivano una gestione costante e immediata di tutte le problematiche che potessero afferire alla gestione di edifici grandi e molto frequentati come i Tribunali. Al contempo, tuttavia, ha dato la possibilità, in luogo della effettuazione di singole gare d’appalto per ogni emergenza, di stipulare convenzioni con le quali il Ministero della Giustizia, di fatto, autorizza ad impiegare personale del Comune per la gestione delle esigenze di manutenzione. Convenzioni che, tuttavia, per essere efficaci necessitano di un successivo accordo con il Comune di riferimento.
“Nonostante la convenzione stipulata con il Ministero dalla nostra Corte d’Appello e nonostante le reiterate richieste della conferenza permanente che più volte ha segnalato la necessità di ripristinare il presidio tecnico – evidenzia Ciraolo – l’Amministrazione comunale non ha mai provveduto ad adempiere quanto promesso rendendo, di fatto, inefficace la convenzione ministeriale.
Quanto accaduto e continua ad accedere – conclude Ciraolo – è l’emblema della disattenzione, del pressappochismo e della noncuranza con cui viene gestito il settore giustizia, che vede nella estenuante attesa per la realizzazione del secondo palazzo di Giustizia solo il suo punto di massima espressione”.
Loredana Bruno